DA VOGUE.IT :
Da qualche
anno, con
Internet o per una sorta di maturità che abbiamo raggiunto nei confronti dei
mass media, il ruolo sociale delle celebrità è cambiato. Non che esercitino
meno fascino, ma si richiede loro una maggiore trasparenza.
Come
conseguenza, molte hanno riscoperto l’antica funzione dell’arte come
coscienza pubblica e utilizzato il loro potere mediatico a fini sociali. Un
esempio? Madonna, che non solo resta la più grande icona pop dei nostri
giorni, ma anche la più impegnata nella lotta per i diritti umani, come
dimostrano le sue continue dichiarazioni pubbliche, l’impegno umanitario in
Malawi e i più recenti progetti, Secret-projectrevolution e Art For Freedom.
Secretprojectrevolution è un cortometraggio co-diretto
con Steven Klein, che
invoca una "rivoluzione dell’amore […] la rivoluzione del pensare da soli,
di avere il proprio parere e fregarsene di ciò che dice la gente".
Il film ha
un tono autobiografico e riflette le mille lotte contro gli stereotipi di cui Madonna è stata
protagonista nella sua vita. "Come si può fare arte senza essere
coinvolti?", dichiara Miss Ciccone. "Mi piace paragonarmi a Frida
Kahlo: tutto ciò che faceva era un autoritratto".
Doveva
essere la campagna pubblicitaria per una sua linea di lingerie, ma Secretprojectrevolution
è diventato un manifesto contro l’oppressione. Alla base vi è una sensuale
coreografia dark, che mette in scena atti di masochismo girati nei meandri di
una prigione abbandonata di Buenos Aires.
Madonna vi
recita ora il ruolo dell’oppresso ora del carnefice, accompagnata da messaggi
politici sul controllo e la punizione. "A volte siamo vittime di
oppressioni, altre imprigioniamo noi stessi», dice. "Il film è un esempio
del paradossale mondo in cui viviamo".
Art For Freedom è un’evoluzione del film. Si tratta di una piattaforma
digitale in collaborazione con Vice Media che ospita video, foto, illustrazioni
e documentazioni di performance che parlano di intolleranza e persecuzione.
"C’era un tempo in cui l’arte rifletteva ciò che succedeva nella
società", prosegue malinconica. "Artisti come Marvin Gaye, Stevie
Wonder, Richard Pryor o Jean-Luc Godard facevano dichiarazioni politiche
attraverso la loro arte". L’obiettivo di Art For Freedom è "incoraggiare
le persone a credere che con l’arte possono produrre un cambiamento nel mondo",
ma è anche un urlo contro la mercificazione della creatività.
Sua profonda
fonte di ispirazione è lo scrittore e attivista James Baldwin, che ha parlato a lungo della
responsabilità di un artista nella società. "Lasciandoci consumare dal
corporate branding, preoccupandoci dell’approvazione altrui e promuovendo solo
quel che è accettabile e popolare, uccidiamo la nostra arte e ciò che è unico
al suo riguardo", afferma Madonna.
All’inizio
della carriera, a New York, Madonna faceva parte della comunità artistica dell’East
Village, era amica di Jean-Michel Basquiat e Keith Haring che hanno
sollevato questioni sociali attraverso l’arte in modo diretto, come molti
artisti in Art For Freedom. "Frequentare Keith e Jean-Michel mi
ha influenzato in modo profondo", ricorda. "Il loro approccio
all’arte mirava a renderla accessibile alle persone, in metropolitana, per le
strade; non era elitaria, non avevi bisogno di pagare, andare in un museo o in
una galleria o stare con gente ricca; potevi essere chiunque".
Art For
Freedom combatte
contro stereotipi, bigottismo e discriminazione, in favore dei diritti civili e
dell’accettazione delle differenze. "Ci sono nemici, tiranni, fascisti e dittatori,
persone che distruggono la vita di altre persone o tolgono loro la libertà:
come Putin o il primo ministro del Venezuela", si anima la star.
"In realtà il nemico è dentro di noi. Consapevoli o meno, siamo
costantemente nello stato di discriminare e giudicare gli altri. La prima cosa
che dobbiamo cambiare, quindi, è noi stessi. Lo hanno detto tutti i grandi
leader, da Gandhi a Martin Luther King, da John Kennedy a Nelson Mandela".
Dopo
l’arresto delle Pussy Riot, durante un concerto a San Pietroburgo nel 2012,
Madonna ha tenuto un discorso in difesa dei diritti gay. Quella sera sono state
arrestate 87 persone e la star è stata condannata a pagare una multa di un
milione di dollari. Altre volte è stata fischiata, censurata e minacciata di
morte, ma non c’è nulla che possa fermarla. "Sono disposta a
sacrificare tutto in nome dei diritti umani", dichiara, "tranne i
miei bambini".
Il suo
prossimo disco sarà connesso ad Art For Freedom e c’è da aspettarsi
di vederla sempre più coinvolta e impegnata. "Non ho altra scelta. Non
c’è modo di tornare indietro a questo punto. Questo è il mio ruolo nel mondo,
questo il mio lavoro come artista: ho una voce e ho bisogno di usarla".
Lontano
dalle pareti dei musei, che sempre più pop star ambiscono a travalicare, le
dichiarazioni di Madonna e la sua determinazione echeggiano le parole di
Baldwin, sono destinate agli artisti nella speranza di renderli consapevoli del
loro potenziale come agenti, se lo vorranno, di cambiamenti sociali e alla
guida di una società più democratica e civile.
L'Uomo
Vogue, Maggio-Giugno 2014 (n. 451)
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