Pagine

venerdì 16 maggio 2014

MADONNA PER L'UOMO VOGUE: ANTEPRIMA SHOOTING













DA VOGUE.IT :
Da qualche anno, con Internet o per una sorta di maturità che abbiamo raggiunto nei confronti dei mass media, il ruolo sociale delle celebrità è cambiato. Non che esercitino meno fascino, ma si richiede loro una maggiore trasparenza.

Come conseguenza, molte hanno riscoperto l’antica funzione dell’arte come coscienza pubblica e utilizzato il loro potere mediatico a fini sociali. Un esempio? Madonna, che non solo resta la più grande icona pop dei nostri giorni, ma anche la più impegnata nella lotta per i diritti umani, come dimostrano le sue continue dichiarazioni pubbliche, l’impegno umanitario in Malawi e i più recenti progetti, Secret-projectrevolution e Art For Freedom.

Secretprojectrevolution è un cortometraggio co-diretto con Steven Klein, che invoca una "rivoluzione dell’amore […] la rivoluzione del pensare da soli, di avere il proprio parere e fregarsene di ciò che dice la gente".

Il film ha un tono autobiografico e riflette le mille lotte contro gli stereotipi di cui Madonna è stata protagonista nella sua vita. "Come si può fare arte senza essere coinvolti?", dichiara Miss Ciccone. "Mi piace paragonarmi a Frida Kahlo: tutto ciò che faceva era un autoritratto".

Doveva essere la campagna pubblicitaria per una sua linea di lingerie, ma Secretprojectrevolution è diventato un manifesto contro l’oppressione. Alla base vi è una sensuale coreografia dark, che mette in scena atti di masochismo girati nei meandri di una prigione abbandonata di Buenos Aires.

Madonna vi recita ora il ruolo dell’oppresso ora del carnefice, accompagnata da messaggi politici sul controllo e la punizione. "A volte siamo vittime di oppressioni, altre imprigioniamo noi stessi», dice. "Il film è un esempio del paradossale mondo in cui viviamo".

Art For Freedom è un’evoluzione del film. Si tratta di una piattaforma digitale in collaborazione con Vice Media che ospita video, foto, illustrazioni e documentazioni di performance che parlano di intolleranza e persecuzione. "C’era un tempo in cui l’arte rifletteva ciò che succedeva nella società", prosegue malinconica. "Artisti come Marvin Gaye, Stevie Wonder, Richard Pryor o Jean-Luc Godard facevano dichiarazioni politiche attraverso la loro arte". L’obiettivo di Art For Freedom è "incoraggiare le persone a credere che con l’arte possono produrre un cambiamento nel mondo", ma è anche un urlo contro la mercificazione della creatività.

Sua profonda fonte di ispirazione è lo scrittore e attivista James Baldwin, che ha parlato a lungo della responsabilità di un artista nella società. "Lasciandoci consumare dal corporate branding, preoccupandoci dell’approvazione altrui e promuovendo solo quel che è accettabile e popolare, uccidiamo la nostra arte e ciò che è unico al suo riguardo", afferma Madonna.

All’inizio della carriera, a New York, Madonna faceva parte della comunità artistica dell’East Village, era amica di Jean-Michel Basquiat e Keith Haring che hanno sollevato questioni sociali attraverso l’arte in modo diretto, come molti artisti in Art For Freedom. "Frequentare Keith e Jean-Michel mi ha influenzato in modo profondo", ricorda. "Il loro approccio all’arte mirava a renderla accessibile alle persone, in metropolitana, per le strade; non era elitaria, non avevi bisogno di pagare, andare in un museo o in una galleria o stare con gente ricca; potevi essere chiunque".

Art For Freedom combatte contro stereotipi, bigottismo e discriminazione, in favore dei diritti civili e dell’accettazione delle differenze. "Ci sono nemici, tiranni, fascisti e dittatori, persone che distruggono la vita di altre persone o tolgono loro la libertà: come Putin o il primo ministro del Venezuela", si anima la star. "In realtà il nemico è dentro di noi. Consapevoli o meno, siamo costantemente nello stato di discriminare e giudicare gli altri. La prima cosa che dobbiamo cambiare, quindi, è noi stessi. Lo hanno detto tutti i grandi leader, da Gandhi a Martin Luther King,  da John Kennedy a Nelson Mandela".

Dopo l’arresto delle Pussy Riot, durante un concerto a San Pietroburgo nel 2012, Madonna ha tenuto un discorso in difesa dei diritti gay. Quella sera sono state arrestate 87 persone e la star è stata condannata a pagare una multa di un milione di dollari. Altre volte è stata fischiata, censurata e minacciata di morte, ma non c’è nulla che possa fermarla. "Sono disposta a sacrificare tutto in nome dei diritti umani", dichiara, "tranne i miei bambini".

Il suo prossimo disco sarà connesso ad Art For Freedom e c’è da aspettarsi di vederla sempre più coinvolta e impegnata. "Non ho altra scelta. Non c’è modo di tornare indietro a questo punto. Questo è il mio ruolo nel mondo, questo il mio lavoro come artista: ho una voce e ho bisogno di usarla".

Lontano dalle pareti dei musei, che sempre più pop star ambiscono a travalicare, le dichiarazioni di Madonna e la sua determinazione echeggiano le parole di Baldwin, sono destinate agli artisti nella speranza di renderli consapevoli del loro potenziale come agenti, se lo vorranno, di cambiamenti sociali e alla guida di una società più democratica e civile.


L'Uomo Vogue, Maggio-Giugno 2014 (n. 451)









Nessun commento:

Posta un commento