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mercoledì 27 novembre 2013

L'EDUCAZIONE SIBERIANA DI NICOLAI LILIN


Come ho già scritto nella mia presentazione del blog, non sono mai stato un gran lettore, ma volevo condividere con voi un libro che lo letto in meno di 4 giorni,  per molti già famoso da tempo (visto che è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 e lo scorso febbraio il libro ha avuto una trasposizione cinematografica diretto da Gabriele Salvatores) dello scrittore russo Nicolai Lilin "EDUCAZIONE SIBERIANA". Libro che ho ho trovato avvincente sin dalle prima pagine, che narra della crescita del protagonista all'interno di una comunità criminale siberiana a Transintria: una terra di fuoco, difficile, diventata indipendente dall'ex Repubblica Socialista Sovietica nel 1990 ma non riconosciuta da nessun Stato. Il protagonista del libro è un giovane che viene cresciuto da una comunità criminale con insegnamenti per farlo diventare un "criminale onesto". Assieme ai suoi compagni, trascorreva giornate intere tra lanci di molotov e scontri con la polizia. Possiamo definire i personaggi del libro una sorta di "ossimoro, cioè criminali di una terra di nessuno che va contro le forze politiche ma con sani valori...tutti pronti a difendere la loro storia e la loro libertà dinnanzi a uno Stato corrotto. Un popolo unito. Il linguaggio del libro è crudo, a volte forte, con descrizioni minuziose fin nei minimi particolari.





Qui di seguito, la descrizione ufficiale del libro:

Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". Con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtù di una buona ma non perfetta padronanza dell'italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, Nicolai Lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l'altruismo convivono con naturalezza.









Lilian, che attualmente vive in Italia, oltre che scrittore è anche tatuatore e artista a tutto tondo. Condivido una sua intervista fatta durante una sua mostra nel 2011, dove parla di se e della passione per il mondo dei tatuaggi: