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domenica 1 dicembre 2013

PERCHE' NEL 2013 SI PARLA DI MENO DI AIDS CHE NEL PASSATO



Circa due settimane fa, a casa, sul divano con i miei amici, tra una cosa e l'altra,  finimmo per parlare (tanto per cambiare) di sesso. Questa volta il dibattito si basava sul fatto che sia giovanissimi o persone più grandi d'età di noi molte volte sembrano troppo  inesperte quando si tratta  di praticare SESSO SICURO. Ognuno diceva la sua su come proteggersi senza correre il rischio di "beccarsi" il virus dell'HIV, cercando anche di aver ragione. Io cercavo di far capire che non si può personalizzare il modo di fare sesso sicuro, ci sono delle regole CHIARE E PRECISE da seguire e se non le sugui...benvenuto nel mondo del rischio. Punto! parlammo anche del fatto che....se da anni in tv non  se ne parla (come nelle scuole) , COME PUO' UN GIOVANISSIMO ESSERE A CONOSCENZA DEL MONDO HIV? ANZI, DELLA DIFFERENZA TRA HIV E AIDS? COSA FARE PER NON ESSERE CONTAGIATI?, CHE REGOLE SEGUIRE?  La sensazione è che oggi, nel 2013 se ne parla molto ma molto di meno che negli ultimi anni. PERCHE'? Visto che ho un blog, mi sono detto: ma per chi mi legge, facessi una piccola scheda informativa? si è vero, su internet si trovano tutte le info ormai sull'argomento ma...chi si informa davvero? beh avendo nel mio piccolo un mezzo di informazione, ne parlo molto volentieri anche io.


COS'E' L'HIV
HIV (Human Immunodeficiency Virus) significa virus dell'immunodeficienza umana.
Se un soggetto viene infettato dal virus, proverà a combattere l'infezione generando "anticorpi", speciali molecole che testimoniano l'avvenuta infezione ma non sono in grado di debellarla. L'HIV è il virus che distrugge il sistema immunitario.

CHE COS'E' L'AIDS
AIDS significa sindrome da immunodeficienza acquisita.
La sigla AIDS è un acronimo inglese di sindrome da immunodeficienza acquisita:
Sindrome significa insieme di problemi di salute che compongono una malattia.
Immunodeficienza significa debolezza del sistema immunitario a combattere la malattia.
Acquisita significa che si contrae tramite il contatto con il virus.


UN SIEROPOSITIVO E' UN MALATO DI AIDS?
No. Essere sieropositivi non è sinonimo di AIDS. Molte persone sieropositive non progrediscono verso lo stadio clinico chiamato AIDS.

Una persona sieropositiva è una persona che ha contratto il virus dell'HIV che può ammalarsi di AIDS dopo molto tempo, però una persona sieropositiva anche dopo molti anni può sembrare una persona perfettamente sana ma comunque sia potrebbe trasmettere agli altri il virus dell'HIV. Quando il virus dell'HIV ha distrutto completamente il sistema immunitario una persona sieropositiva diventa malata di AIDS che si manifesta con infezioni gravi e ripetute malattie neurologiche, tumori che portano alla morte.
Si definisce AIDS lo stadio clinico caratterizzato da una grave compromissione delle difese immunitarie tale da determinare infezioni da altri virus, parassiti, funghi e batteri normalmente controllati dal sistema immunitario. Queste infezioni definite "opportunistiche" sono caratteristiche di questa malattia e possono avere prognosi infausta.


In quali modi NON viene trasmesso l'HIV?

L'HIV è un'infezione molto difficile da trasmettere. È un virus molto sensibile e non sopravvive a lungo all'esterno del corpo, in condizioni normali. Le norme d'igiene quotidiana in casa e negli ospedali sono sufficienti a renderlo inefficace. Ma il virus può comunque resistere per diversi giorni all'interno dei residui di sangue che si trovano negli aghi delle siringhe usate!

Nonostante il virus dell'HIV sia stato trovato in campioni di urine, feci, saliva, sudore e lacrime, il numero di virus è risultato essere talmente basso da non costituire pericolo effettivo di trasmissione dell'infezione. Questo significa che non c'è rischio d'infezione quando si stringe la mano, si abbraccia un'altra persona, si tossisce, si starnutisce, si fa sport, o si usano le stesse stoviglie. Non c'è rischio di trasmissione usando lo stesso bagno, gli stessi asciugamani, le stesse lenzuola, la stessa piscina o sauna, o vivendo e lavorando con qualcuno che ha l'HIV/ADIS. Non c'è alcun rischio di infezione da HIV neanche con i baci (se non ci sono tagli sulle labbra o nella bocca), e neppure dagli insetti (come le zanzare) e dagli animali.



In che modo può essere trasmesso l'HIV?
L'HIV si può contrarre solamente quando una quantità di virus sufficiente entra nel flusso sanguigno, o entra in contatto con le mucose dell'organismo. L'infezione può avvenire attraverso sangue (perdite mestruali incluse), sperma, liquidi vaginali e latte materno, dal momento che tutti questi fluidi possono contenere grandi concentrazioni del virus. Il rischio di infettarti o di infettare altre persone con l'HIV aumenta di molto se hai già un'altra malattia sessualmente trasmissibile (MST) come la sifilide, la gonorrea o l'herpes genitale. Questa è una ragione per cui è molto importante riconoscere subito i sintomi di queste malattie, e curarle in modo adeguato e veloce.


Il test dell'HIV
Il test dell'HIV indica in modo preciso se il tuo corpo è infetto da HIV (risultato "positivo" del test) o no (risultato "negativo" del test). Sapere di essere infetto da HIV ti rende in grado di iniziare precocemente i trattamenti che bloccano o rallentano i gravi danni al sistema immunitario e le derivanti infezioni opportuniste croniche.

Se fare o meno il test dell'HIV è una decisione che riguarda solo te. Il test dell'HIV non dovrebbe mai essere fatto senza il tuo esplicito consenso, e nessuno dovrebbe obbligarti a fare il test, ma darti invece informazioni esaurienti e farti sentire di essere stato adeguatamente consigliato. Chi ti parla del test dovrebbe anche informarti dei possibili rischi sociali e degli svantaggi legali che potrebbero risultare dal test o da un suo possibile risultato positivo. Se vuoi essere sicuro della tua condizione riguardo all'infezione da HIV dovresti effettuare un test almeno tre mesi dopo l'ultimo rapporto a rischio d'infezione da HIV. Ma il test dell'HIV non è una misura preventiva. L'unica maniera per proteggerti dall'HIV e praticare SESSO SICURO, in ogni situazione.




COME VIVE UN SIEROPOSITIVO OGGI?
Riporto fedelmente un articolo pubblicato nel dicembre del 2011 dal GIORNALETTISMO scritto da Maghdi Abo Abia.


Il primo dicembre in tutto il mondo si celebra la giornata mondiale contro l’Aids. L’appuntamento, nato nel 1987, serve a sensibilizzare tutto il mondo sulla diffusione dell’HIV e sull’esplosione della sua forma finale, appunto AIDS, che in italiano sta per “sindrome da immunodeficenza acquisita”. Una malattia che dal 1981 al 2007 ha ucciso in tutto il mondo 25 milioni di persone e che affliggeva, sempre al 2007, oltre 33 milioni di individui in tutto il mondo.
L’EVOLUZIONE DELLE CURE – Molte cose sono cambiate dall’inizio degli anni ’80, ovvero all’esplosione della malattia. All’epoca i malati di HIV erano destinati a una morte certa. Col passare del tempo si è riuscito a limitare l’invasività dell’HIV nelle persone, al punto che, grazie all’uso di appositi farmaci definiti “antiretrovirali” riescono a contenere la presenza del virus all’interno del corpo e mantenere a un livello accettabile le difese immunitarie, rendendo l’infezione da HIV una malattia cronica, quasi come il diabete, senza alcuna possibilità che possa arrivare al suo stadio finale.
IL SIEROPOSITIVO? “UN APPESTATO” - Eppure. Eppure ancora oggi, nonostante il progresso della scienza medica, il malato di HIV si sente ancora come quella pubblicità in cui il malato veniva raffigurato con una cornice rosa intorno, nel 1990. Anche se all’epoca tale terrore era giustificato dalla quasi impossibilità di garantire un futuro ai malati, la sensazione intorno ai sieropositivi non è cambiata di una virgola, anzi. Questo non significa sminuire l’importanza delle pratiche per proteggersi ed evitare il contagio: semplicemente, a capire come vive chi questa malattia oggi ce l’ha.
IL TERRORE E L’OBLIO - Per rendersene conto basta fare un semplice giro su internet e nei forum, leggere per semplice curiosità quello che scrivono le persone affette da HIV. Cercare di comprendere le loro paure e rimanere allibiti nel pensare che degli individui che non hanno bisogno di vergognarsi di alcunché vengano trattati come degli appestati. Andando con ordine, nel leggere i contenuti di questi forum spesso ci si imbatte in persone le quali, affette dai sensi di colpa per un rapporto occasionale non protetto o viziato da un “incidente” cercano conforto nel loro terrore di avere contratto la malattia. Vengono aiutati, tranquillizzati, calmati. Se poi, come quasi sempre accade, l’esito delle analisi è negativo, basta un “grazie ciao e in bocca al lupo” perché riavvenga il salto tra i normali.
LE DIFFICOLTA’ – Un ragazzo sieropositivo ha scritto che, quando va dal dentista, dichiara di essere affetto da Epatite C. Perché? Perché la profilassi è del tutto simile a quella dell’HIV, ma non viene trattato come un appestato dal suo dottore. Una storia che è servita per rispondere a un’altra utente, spaventata dal suo dentista di “fiducia” che la tratta come un’appestata. C’è la paura di essere malati e non essere accettati, o peggio respinti. C’è la paura di ferirsi, perché la guarigione sarà più lunga e la ferita sarà visibile, viva e necessiterà di attenzioni superiori. C’è il timore di unirsi con altri non malati. Il terrore di vedere una storia finire perché uno dei due è sieropositivo e viene involontariamente giudicato dall’altro. Ci sono persone nate sieropositive e che non riescono a sbocciare, per paura di un marchio, un giudizio.
VOGLIO VIVERE - “L’HIV è come la divina commedia, quasi tutti ne hanno sentito parlare, quasi nessuno l’ha mai letta o studiata“. Queste le parole di un altro utente. Violente, ma reali. Una società educata ad avere paura dell’infezione è una società che non capisce la sofferenza e la dignità di uomini e donne che per sfortuna o disattenzione sono capitate in questo incubo. Quando si leggono frasi come “voglio vivere!!!” alla notizia di una probabile svolta per un vaccino, si capisce quanto coraggio e quanta forza spingano queste persone ad andare avanti. Quanto sia difficile per loro maneggiare scatole di Viramune o Truvada e quanto possa essere frustrante avere a che fare con medici meno aggiornati di loro sulle novità terapeutiche.
IL RISPETTO - La medicina oggi consente alle coppie sieropositive di avere figli sani, seppur con qualche accorgimento. Una vittoria anche solo impensabile fino a pochi anni fa. Eppure c’è sempre quella paura da parte dei potenziali genitori. Ne varrà la pena? Non correrò il rischio di far nascere una persona destinata all’infelicità? Tutte parole e pensieri che denotano l’unica vera esigenza spuntata fuori dalle varie comunità virtuali: rispetto. Rispetto prima di tutto per sé stessi, ma sopratutto, e sarebbe il caso di ricordarsene non solo in questa giornata ma sempre, da parte del resto del mondo, della società civile, dai medici, dagli infermieri, dai vicini di casa, da tutte le persone che vivono in questo mondo che dovrebbero ricordarsi che, anche se afflitte da un male tremendo anche se solo figli della distrazione, abbiamo a che fare con persone che fanno i conti tutti i giorni con coraggio e forza con un male che li accompagnerà tutta la vita. E non sono contagiosi, ma semplicemente persone.


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2 commenti:

  1. Conoscere è prevenire e di questo tema credo che se ne dovrebbe iniziare a parlare nelle scuole...

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  2. Ottimo che tu lo faccia qui ;-)

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